Dibattito urgente sulla situazione umanitaria e dei diritti umani nella Repubblica Araba Siriana

Il 28 febbraio 2012, il Consiglio dei Diritti Umani ha tenuto un dibattito urgente sulla situazione umanitaria e dei diritti umani nella Repubblica Araba Siriana.
Nassir Abdulaziz Al-Nasser (Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU) ha aperto l’incontro affermando che il rapporto sulla Siria pubblicato dalla Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente sulla Siria ha dipinto un quadro terribile della situazione sul campo.

Il governo siriano ha chiaramente mancato alla responsabilità di protezione nei confronti del popolo; al contrario, le sue forze armate hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani. Quindi Al-Nasser ha sottolineato l’importanza del lavoro del Consiglio dei Diritti Umani, che ha tenuto tre sessioni speciali e ha adottato tre risoluzioni sulla situazione dei diritti umani in Siria. In tal modo, il Consiglio ha rinforzato la consapevolezza della comunità internazionale rispetto alla crisi siriana. Inoltre, Al-Nasser ha affermato che molti paesi hanno deplorato il fallimento del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nell’adottare una risoluzione a sostegno del piano della Lega Araba per fermare la violenza in Siria.
Sia Al-Nasser, quanto Navi Pillay (Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani) hanno invitato le autorità siriane a collaborare con Kofi Annan, Inviato Speciale del Segretario Generale dell’ONU e della Lega Araba in Siria. In aggiunta, Navi Pillay ha dichiarato che il governo Assad deve permettere ad osservatori internazionali di entrare nei centri di detenzione siriani; garantire l’accesso agli operatori umanitari e liberare tutti i prigionieri politici. L’Alto Commissario ha precisato che Damasco ha collaborato in qualche misura con il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la Lega Araba, ma questo perde significato di fronte ai massacri in corso e agli arresti arbitrari di civili perpetrati nel paese.
Navi Pillay ha spiegato che la crisi umanitaria e dei diritti umani in Siria sta rapidamente peggiorando a causa delle politiche del governo Assad. Le autorità siriane hanno lanciato una massiccia campagna di arresti contro attivisti ostili al governo; hanno bloccato alcune città e bombardato quartieri densamente popolati, usando mortai, carri armati e missili. Inoltre, il numero reale delle vittime siriane può superare di molto le cifre fornite dal governo Assad (2.493 civili e 1.345 soldati e poliziotti uccisi fino alla fine di gennaio 2012). Per tutte queste ragioni, Pillay ha inoltre raccomandato che la situazione siriana venga deferita alla Corte Penale Internazionale.
Nel suo intervento, l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite ha affermato che il Consiglio dei Diritti Umani non è la sede appropriata per tenere una discussione sulla situazione umanitaria e dei diritti umani in Siria.
Il delegato siriano ha anche affermato che la situazione dei diritti umani nel suo paese è deteriorata a causa dei gruppi armati di rivoltosi che usano i centri abitati come loro basi. Inoltre, le sanzioni unilaterali imposte da alcuni stati spiegherebbero perché i siriani abbiano attualmente un accesso limitato alle cure mediche. In conclusione, l’ambasciatore ha osservato che la Siria non è stata consultata sull’eventualità di tenere l’attuale dibattito, che sarebbe parte di un piano prestabilito per rovesciare il governo Assad, attraverso il pretesto di far fronte all’emergenza umanitaria. Di conseguenza, la delegazione siriana ha annunciato la propria uscita dalla discussione e il rifiuto di qualsiasi eventuale risoluzione sulla Siria che il Consiglio dei Diritti Umani avesse potuto adottare.
Nei seguenti interventi, la stragrande maggioranza degli Stati membri del Consiglio dei Diritti Umani ha affermato che il governo Assad deve immediatamente arrestare le uccisioni di civili, aprire corridoi umanitari in Siria ed attuare il piano della Lega Araba per assicurare una pacifica transizione verso la democrazia, guidata dai Siriani. Inoltre, quasi tutti gli Stati membri hanno accolto favorevolmente la nomina di Kofi Annan come Inviato Speciale del Segretario Generale dell’ONU e della Lega Araba in Siria.
Parlando a nome dell’Unione Europea, il Portogallo ha accolto con favore la risoluzione sulla Siria, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha condannato le violenze perpetrate dal regime siriano. L’Unione Europea ha inoltre espresso il proprio sostegno per il Gruppo degli Amici del popolo siriano, che si è recentemente riunito a Tunisi.
Gli Stati Uniti hanno sostenuto che i veti di due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza hanno permesso al governo Assad di proseguire la sua guerra contro il popolo siriano. Secondo gli Stati Uniti, la comunità internazionale deve esplicitare chiaramente il proprio sostegno per i Siriani e la loro lotta per la democrazia.
Tuttavia, alcuni Stati membri hanno espresso opinioni molto diverse sulla situazione siriana. La Federazione Russa ha detto che sarebbe un errore introdurre la democrazia in Siria dall’estero, mentre solo i Siriani possono trovare una soluzione per superare la crisi attuale. Cuba ha affermato che la comunità internazionale dovrebbe preservare l’indipendenza della Siria e la sua integrità territoriale, respingendo ogni proposta di cambiamento di regime. Cuba era anche allarmata per la crisi umanitaria in corso in Siria, ma ha sostenuto che il governo Assad non è il solo responsabile per la diffusione della violenza in tutto il paese arabo.
La Cina ha espresso preoccupazione per l’escalation della crisi siriana. Per questo motivo, un dialogo politico tra tutte le fazioni in guerra sarebbe il benvenuto, ma qualsiasi imposizione esterna per un cambiamento di regime dovrebbe essere evitata. Il Venezuela ha sostenuto che alcuni paesi stanno cercando di sfruttare la crisi umanitaria e dei diritti umani in Siria per far crollare il governo Assad. Tuttavia, la sicurezza del popolo siriano dovrebbe essere garantita senza alcun intervento militare.
Un gran numero di ONG ha preso la parola nell’ultima parte del dibattito. La maggioranza di loro ha condannato gli attacchi effettuati dal regime siriano contro il suo stesso popolo, e ha invitato il Consiglio dei Diritti Umani ad adottare misure volte a garantire la persecuzione giuridica dei violatori dei diritti umani. Alcune ONG hanno proposto che il Consiglio dei Diritti Umani incoraggi il Consiglio di Sicurezza a sottoporre i crimini commessi in Siria alla Corte Internazionale di Giustizia.
Il dibattito si è concluso con l’adozione del progetto di risoluzione L.1/Rev.1, che ha avuto più di 60 stati come co-sponsor. Il documento ha espresso preoccupazione per l’aggravarsi della crisi umanitaria in Siria e ha invitato il governo Assad ad interrompere immediatamente tutti gli attacchi contro i civili, nonchè a consentire l’entata in Siria di operatori umanitari. Inoltre, la risoluzione ha  biasimato le autorità siriane perché hanno scelto di intensificare i bombardamenti nella città di Homs, mentre la comunità internazionale si aspettava che ricevessero l’inviato delle Nazioni Unite, Valerie Amos.