Il Consiglio dei Diritti Umani convoca una sessione speciale sul deterioramento della situazione dei diritti umani nei Territori Occupati della Palestina, compresa Gerusalemme Est.
Dopo i tragici eventi del 14 maggio a Gaza, il Consiglio dei Diritti Umani (HRC) ha convocato la 28° sessione speciale sul deterioramento della situazione dei diritti umani nei Territori Occupati della Palestina, compresa Gerusalemme Est. In accordo con la risoluzione 5/1, il HRC può convocare una sessione speciale, quando necessario, in casi di emergenza ed urgenti violazioni dei diritti umani e situazioni che richiedono l’attenzioni del HRC, su richiesta di un membro del Consiglio, con il supporto di un terzo dei membri.
La risoluzione A/HRC/S-28/L.1 richiede che il HRC “invii urgentemente una commissione d’inchiesta internazionale indipendente per indagare su tutte le presunte violazioni e abusi del diritto umanitario internazionale e del diritto internazionale sui diritti umani nella Striscia di Gaza occupata, nel contesto degli assalti militari alle proteste civili su larga scala iniziate dal 30 marzo 2018.”
Nel discorso dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad Al Hussein ha deplorato le recenti uccisioni di molti Palestinesi e le migliaia di feriti alla frontiera di Gaza. Anche se alcuni dimostranti abbiano tentato di usare bombe Molotov e di tagliare le recinzioni tra Gaza e Israele, questo non giustifica da parte di Israele l’uso della forza letale . Israele, come forza occupante sotto la legge internazionale, è obbligata a proteggere la popolazione di Gaza ed assicurarne il benessere. Per questa ragione, coloro che hanno commesso queste violazioni dei diritti umani, alla fine, dovranno assumersene la responsabilità.
Rivolgendosi al Consiglio con un video messaggio, Michael Lynk, Special Rapporteur sulla situazione dei diritti umani nei territori occupati della Palestina dal 1967, ha notato che da oltre sette settimane, più di 100 dimostranti palestinesi sono morti per mano dei militari Israeliani.
Israele, parlando da paese interessato, ha sottolineato che la risoluzione proposta era, ancora una volta, un attacco con motivazioni politiche e ha marcato che la gente di Gaza non è mai stata considerata come nemica di Israele. Israele, ha anche giustificato le sue azioni come un esercizio del diritto di autodifesa. Un’altra importante contesa per il governo di Israele è che Hamas sta sfruttando la sua popolazione per una violenta campagna contro Israele, e questa risoluzione potrà solamente rinforzare Hamas.
Lo Stato della Palestina, da parte sua, ha marcato che le uccisioni, gli atti criminali e l’uso sproporzionato della forza armate di Israele contro i civili che protestavano contro l’occupazione del governo di Israele è inaccettabile. Inoltre, l’Ambasciatore della Palestina ha chiarito che i palestinesi hanno la volontà di assumersi le loro responsabilità, se saranno ritenuti responsabili dall’ente di investigazione indipendente per le violazioni dei diritti umani nel territorio occupato della Palestina.
Prima di votare per la risoluzione, gli Stati Membri, gli Stati Osservatori e ONG hanno espresso le loro preoccupazioni sulla continua violazione dei diritti umani in Palestina. Nella discussione, i relatori hanno riconosciuto e supportato il diritto della Palestina all’autodeterminazione, e deplorato i recenti eventi che minacciano le prospettive di pace, notando che il trasferimento dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme ha solamente contribuito alle violenze.
IIMA e VIDES hanno partecipato alla discussione. I due statements hanno evidenziato che quest’anno, il 2018, segna il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e che le Nazioni Unite, fin dalla loro istituzione, insieme alla Società Civile, ha sempre lavorato per la pace, la sicurezza e lo sviluppo. Comunque, niente di tutto ciò potrà essere raggiunto senza il rispetto della dignità umana e la promozione dei diritti umani per tutti, qualunque sia la religione o l’identità. Infatti,come ha affermato Papa Francesco, l’uso della violenza non porta mai alla pace.
La risoluzione è stata votata e adottata dal HRC con 29 Stati Membri a favore, 2 contrari, e 14 astenuti.
Per accedere ai video e/o testi delle dichiarazioni, cliccare sul link qui sotto: https://www.iimageneva.org/statements/