Tavola rotonda ministeriale: imprenditoria per lo sviluppo sostenibile

La Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) organizza ogni anno il “World Investment Forum”, appuntamento che rappresenta la più grande piattaforma mondiale che riunisce imprenditori e politici per discutere di investimento e sviluppo.

Il tema di quest’anno era l’investimento nello Sviluppo Sostenibile, da qui il titolo della tavola rotonda “Entrepreneurship for Sustainable Development”[1]. Docenti universitari, imprenditori e politici hanno presentato strategie, buone prassi e idee per la creazione di associazioni per la promozione della prosperità e la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 8 e 9.

Sono risultati particolarmente rilevanti gli interventi di Amelia Anne Kyambadde, attualmente Ministra del Commercio, dell’Industria e delle Cooperative del Gabinetto ugandese e di Armgard Wippler, Direttore Generale Aggiunto per le Politiche delle PMI, dal Ministero dell’Economia ed Energia della Germania.

La ministra Kyambadde ha sottolineato come i giovani, soprattutto le giovani donne, siano la parte di popolazione che più soffre della mancanza di opportunità di lavoro, ragion per cui lo sviluppo dell’imprenditoria è stato un elemento chiave per rafforzare l’economia ugandese.[2]

Non è difficile immaginare che sia la “sopravvivenza” il principale motivo a spingere i giovani ad avviare una propria impresa, poiché si tratta dell’unica possibilità che hanno per sostenersi economicamente. Tuttavia, la “precarietà” riflessa in queste piccole e medie imprese (PMI) è dovuta al fatto che gli imprenditori spesso non hanno conoscenze adeguate e abbandonano gli studi in anticipo per dare avvio ai propri progetti.

La maggior parte delle PMI in Uganda è formata da lavoratori autonomi. Inoltre, le imprese lavorano in settori come quello commerciale, alimentare e degli alloggi, mentre la partecipazione è scarsa nel settore agricolo, ittico, dei trasporti o della comunicazione.

“Perché ci siano imprese, devono esistere un quadro normativo di riferimento e un ambiente per gli investitori, ma anche per gli imprenditori”, ha concluso la Ministra, ponendo l’accento sulla necessità di costruire “ponti educativi” tra le piccole imprese e le grandi aziende, senza dimenticarsi delle istituzioni educative che si dedicano nello specifico a questi temi.

Inoltre, la Wippler ha sottolineato che la creatività è uno degli elementi principali nel lavoro delle imprese e delle PMI. Le università hanno un ruolo strategico nello sviluppare quest’abilità pratica stimolando il processo di apprendimento. Per questo la Wippler ha invitato gli stati a “investire in cervelli”, ossia investire nell’educazione e soprattutto nella ricerca. L’obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare capacità di miglioramento di prodotti e tecnologie, promuovendo meccanismi che favoriscano l’innovazione e gli investimenti nazionali e internazionali.

Questo spiega il perché quando circa 10 anni durante la cosiddetta “crisi della zona euro”, mentre la maggior parte dei paesi annunciava tagli a innovazione e sviluppo, la Germania andava controcorrente firmando un piano d’investimento, con ampio consenso delle forze politiche e degli agenti economici e sociali. Senza dubbio, la ricerca è una delle pietre angolari dello sviluppo economico e sociale nel mondo.

Infine, i direttori nazionali di Empretec UNCTAD hanno presentato il programma di formazione per lo sviluppo di competenze imprenditoriali già sperimentato in 40 paesi dal 1988. I risultati sono stati positivi per un ampio numero di utenti, sia in economie avanzate che in economie meno avanzate. Empretec ha dimostrato di poter avere un’influenza positiva nel contribuire a uno sviluppo sostenibile e una crescita inclusiva.

“Senza investimento non c’è commercio. Senza commercio, non c’è sviluppo” ha assicurato Alan John Kyerematen, Ministro del Commercio e dell’Industria del Ghana che ha moderato la tavola rotonda. A questa dichiarazione, aggiungerei anche il fatto che “senza giovani non c’è sviluppo”, visto che sono loro a possedere una nuova visione e capacità per aiutare i governi ad analizzare i problemi e trovare soluzioni per promuovere e proteggere i diritti umani.

Perciò, è importante incoraggiare la collaborazione tra le imprese e i servizi educativi, perché sia favorita una maggiore integrazione degli studenti nel mondo del lavoro durante il periodo di formazione. Questa strategia combina le lezioni teoriche con i processi di apprendimento. Inoltre, può sviluppare meccanismi e pratiche utili a migliorare l’occupazione giovanile, sia nel lavoro autonomo che in quello dipendente.

 

 

[1] Video disponibile a http://webtv.un.org/watch/entrepreneurship-for-sustainable-development-world-investment-forum-2018/5853313180001

[2] Secondo i dati del Forum Economico Mondiale, l’Uganda è il paese con il più alto numero di donne imprenditrici e con un tasso del 33,8%, il paese africano registra la maggior presenza di donne che avviano la propria impresa. Disponibile a https://www.newvision.co.ug/new_vision/news/1473417/ugandan-women-entrepreneurs