Insieme per ridare un nome alle ragazze in situazione di strada

La giornata del 22 giugno è stata una giornata molto importante in quanto, IIMA, Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice, il VIDES Internazionale, il centro Don Bosco Fambul della Sierra Leone, Missiones Salesianas, il Don Bosco Jugendhilfe Weltweit e la Missione Permanente dell’Italia hanno organizzato il side event “Ragazze senza nome – Buone prassi per il reinserimento delle ragazze in situazione strada”. Oltre alla Missione permanente dell’Italia, l’evento è stato co-sponsorizzato dalle Missioni Permanenti di: Sierra Leone, Montenegro, Honduras, Filippine, Paraguay, Spagna, Colombia, Delegazione dell’Unione Europea e dall’Ufficio ONU dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani.

Il side event si è aperto con l’intervento del Rappresentante permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite, Massimo Bellelli, che ha introdotto la delicata tematica dei bambini in situazione di strada, sottolineando l’impegno dell’Italia contro tale fenomeno. È seguita la proiezione del video della testimonianza toccante di una ragazza della Sierra Leone, Augusta Ngombu – Gboli, costretta a prostituirsi ancora bambina dopo essere rimasta orfana di entrambi i genitori e salvata grazie all’intervento della missione salesiana Don Bosco Fambul. Ora questa giovane coraggiosa lotta per aiutare altre ragazze che come lei sono state vittime della prostituzione.

Il side event è stato moderato da Imma Guerras – Delgado, team leader per i Diritti dei Bambini e Giovani presso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani.

La testimonianza è stata seguita dall’intervento di don Jorge Crisafulli, direttore del Don Bosco Fambul in Sierra Leone, che ha raccontato l’esperienza del Centro Don Bosco con ragazze in situazione di strada e costrette a prostituirsi, perché è in situazione di estrema povertà o Sono più di 1500 le ragazze in questa condizione a Free Town. Grazie all’intervento dei Salesiani dal 2016, 163 giovani hanno lasciato la strada e sono state reintegrate nelle loro famiglie.

Nel Side event promosso da IIMA e VIDES Internazionale è stata sottolineata la presenza della First Lady della Sierra Leone, Fatima Maada Bio che, nel suo intervento, ha rimarcato il suo impegno personale per collaborare con la società civile per migliorare la situazione delle bambine che si prostituiscono e l’impegno del governo per rendere l’educazione accessibile a tutti chiedendo sostegno alla comunità internazionale.

Successivamente Elisabetta Murgia, rappresentante del VIDES e IIMA, ha presentato le buone prassi realizzate dalle suore salesiane in Benin e in India. In particolar modo, ha illustrato il lavoro portato avanti per la riabilitazione delle bambine Vidomegon (bambine vendute dalle famiglie più povere nella speranza di una vita migliore; oggi purtroppo divenute vittime della tratta e dello sfruttamento). Sono state illustrate le prassi e metodologie per la prevenzione e il reinserimento di queste ragazze nella società. Dal 2001 più di 4.000 ragazze, che lavoravano nel mercato della capitale, sono state inserite in corsi di formazione professionale o nella Scuola formale e si sono riunite con le loro famiglie o comunità di origine. Inoltre, è stata riportata l’attività delle Suore Salesiane e del VIDES in India, nel Tamil Nadu, a favore di bambine vittime di matrimoni precoci.

È seguito l’intervento di Hatem Kotrane, esperto del Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti dei Bambini. L’esperto ha ribadito l’urgenza di lavorare a favore di un simile target e ha sottolineato alcuni ostacoli in questo delicato lavoro: mancanza di dati statistici oggettivi che fotografino il fenomeno, la presenza di misure legislative spesso deboli e insufficienti per contrastare lo sfruttamento minorile, la necessità di maggiore prevenzione. Ha poi concluso con una panoramica della situazione nei tre Paesi Sierra Leone, Benin e India grazie ai dati raccolti dal Comitato sui diritti dei minori.

Federica Donati, coordinatrice dell’unità dell’OHCHR Eguaglianza, Non – Discriminazione e Partecipazione, ha sottolineato come nell’analizzare il fenomeno dei bambini in situazione di strada sia necessario considerare che le bambine e le ragazze soffrono di una maggiore discriminazione e stigmatizzazione. Da qui l’urgenza di misure ad hoc per questo target.

A conclusione il messaggio di Massimo Bellelli, che ha incoraggiato a continuare a lavorare per aiutare le ragazze vittime di abusi. Quindici le Missioni permanenti presenti, tra cui Spagna, Montenegro, Iraq, Polonia e anche gli esperti dell’Alto Commissariato presenti, hanno apprezzato il lavoro svolto dalle missioni salesiane e sottolineato l’importanza di continuare con questo impegno. È stata ribadita la necessità di adottare un approccio sui diritti umani e sulla prevenzione e il lavoro in rete.

 

Durante l’evento sono stati mostrati alcuni estratti del documentario “LOVE”, che descrivono la situazione delle ragazze per le strade di Freetown (Sierra Leone).

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