Consultazione informale del gruppo di lavoro intergovernativo sul Diritto alla Pace

Venerdi’ 30 gennaio, IIMA ha preso parte alla consultazione informale del gruppo di lavoro intergovernativo sul Diritto alla Pace, indetta dal presidente e relatore Christian Guillermet-Fernandéz. Il Consiglio dei diritti umani con la Risoluzione 20/15 del 5 luglio ha, infatti, disposto la creazione di tale gruppo al fine di negoziare una bozza della Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto alla pace. Questo incontro informale ha avuto luogo proprio prima della terza sessione del Gruppo di lavoro, che si terrà il prossimo aprile, allo scopo di raccogliere le attuali opinioni degli Stati e delle varie ONG su questo progetto, e trovare di conseguenza dei punti di convergenza per procedere alla sua elaborazione. Durante la prima parte dell’incontro numerosi Stati (Guatemala, Egitto, Cost Rica, Brasile, Messico, Uruguay, Russia, Venezuela, Indonesia, Algeria), Organizzazioni Internazionali e ONG hanno espresso il loro apprezzamento per il lavoro svolto dal presidente, congratulandosi e sottolinendo la fondamentale importanza del diritto alla pace, come prerequisito per lo sviluppo e la realizzazione di tutti gli altri diritti umani sanciti in vari strumenti di diritto internazionale.
In particolare si è sostenuta l’esistenza di una stretta correlazione tra il diritto alla pace, il diritto alla vita e il diritto allo sviluppo. IIMA e VIDES, con altre 17 ONG, hanno preso parte ad un Oral Statement, presentato dall’Associazione Papa Giovanni XXIII, nel quale si è auspicata la presentazione di una nuova bozza di dichiarazione sul diritto alla pace piu’ incisiva e significativa della precedente. Si deve infatti tener presente che al fine di ottenere il consenso di tutti gli Stati sugli elementi costitutivi della futura dichiarazione, la bozza presentata lo scorso Giugno 2014 era risultata in un testo molto breve, di soli quattro articoli, che non prendeva in considerazione nessuno degli elementi considerati essenziali sia dal Comiatato Consultivo che dalla società civile nelle precedenti fasi della negoziazione.
Nonostante per molti Stati il metodo di adozione consensuale sia il solo modo di rendere davvero efficace la futura Dichiarazione, il presidente e alcune ONG hanno evidenziato come tale approccio si stia esaurendo, dato che non si puo’ procedere alla negoziazione della bozza fintantochè alcuni Stati continuino a negare l’esistenza stessa del diritto alla pace. Infatti, sia l’Unione Europea ache gli Stati Uniti hanno riaffermato che non ci sarebbe alcun fondamento legale per il riconoscimento del diritto alla pace nel diritto internazionale. Entrambi, infatti, preferirebbero stilare una chiara e breve dichiarazione, che si riferisca principalmente alla relazione esistente tra diritti umani e pace. Durante l’incontro, è emersa anche l’importanza di includere nel preambolo del futuro testo un chiaro riferimento alla cooperazione tra i vari Stati. Inoltre, una discussione sull’eliminazione di ogni forma di violenza, sul disarmo e sull’adozione di un approccio che tenga conto delle vittime sembra essere necessaria per l’affermazione del diritto alla pace. A tal riguardo, il secondo oral statement, presentato dall’associazione Papa Giovanni XXIII, sempre con il supporto di IIMA e VIDES e, questa volta, anche con quello di altre 41 ONG, ha enfatizzato proprio il dovere della società civile di farsi portatrice della voce di tutte le persone vittime dei conflitti armati e di ogni tipo di violenza, poichè la violazione di ogni diritto umano costituisce una minaccia alla pace. Ora, sarà dunque compito primario del Presidente e relatore del gruppo trovare un punto di convergenza tra tutti per procedere alla realizzazione di tale bozza, la quale potrebbe, senz’altro, costituire una pietra miliare all’interno del quadro legale volto alla protezione di tutti i diritti umani, con particolare riferimento al diritto alla vita e al diritto di vivere in pace.