COME STANNO LE RAGAZZE? – Uno studio sui diritti delle bambine durante la pandemia di Covid-19 in Ecuador, Kenya, India, Nepal, Perù e Sud Sudan

Il 7 dicembre 2022, lo studio “Come stanno le ragazze?” è stato presentato durante un evento ibrido che si è svolto a Roma (Italia) e online. L’evento è stato promosso dalla Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore, dalle Suore Missionarie Comboniane, dalle Suore di Notre Dame Des Missions e dalle Suore Salesiane di Don Bosco e ospitato dall’Unione Internazionale delle Superiori Generali (UISG).

Le quattro congregazioni lavorano da decenni a sostegno delle ragazze delle comunità più vulnerabili del mondo. Attraverso un progetto congiunto, hanno realizzato un’iniziativa di ricerca multicongregazionale senza precedenti per comprendere le condizioni delle ragazze affidate alle loro cure, con particolare attenzione all’esercizio dei loro diritti fondamentali durante la crisi pandemica.

Di conseguenza, lo studio presenta la situazione delle ragazze durante la pandemia di Covid-19 in Ecuador, Kenya, India, Nepal, Perù e Sud Sudan, sulla base di dati quantitativi e qualitativi raccolti attraverso interviste dirette a circa 3400 ragazze e giovani (10-20 anni) nei sei Paesi.

L’evento ha visto la partecipazione del core team del progetto e del team di ricerca, nonché di esperti di diritti umani e advocacy, con contributi video delle ragazze partecipanti all’indagine e dei coordinatori locali della ricerca in Ecuador, India, Kenya, Nepal, Perù e Sudan.

Tra i relatori, Maria D’Onofrio, advocacy officer presso l’Ufficio per i diritti umani dell’IIMA e del VIDES a Ginevra, ha parlato delle attività di advocacy per la promozione dei diritti delle bambine portate avanti dall’Ufficio per i diritti umani ed ha incoraggiato a guardare allo studio “COME STANNO LE RAGAZZE?” da una prospettiva di advocacy per i diritti umani, al fine di valutare se i progetti di sviluppo basati sulla ricerca, da un lato, e gli sforzi di advocacy, dall’altro, possano rafforzarsi a vicenda.

Considerando che nessuna azione di advocacy può avere veramente senso se non è radicata nella realtà locale e quindi sostenuta da attori locali, l’Ufficio per i diritti umani dell’IIMA e del VIDES è stato molto grato per il sostegno fornito da questo progetto multicongregazionale per consolidare le azioni di advocacy a Ginevra.

Di conseguenza, sono stati redatti due rapporti sulla situazione dei diritti dei bambini in India e in Ecuador, basati sui dati raccolti attraverso l’indagine e presentati alle Nazioni Unite nel contesto della Revisione Periodica Universale di questi Paesi, svoltasi nel novembre 2022 (4° ciclo). Questi documenti e le relative sintesi sono stati diffusi tra 34 Stati per l’Ecuador e 45 Stati per l’India, al fine di garantire che le preoccupazioni sollevate dai partner locali e dalle bambine e ragazze intervistate fossero espresse durante la sessione UPR. L’inclusione di queste raccomandazioni nella sessione UPR e la loro accettazione da parte dello Stato interessato forniscono un’opportunità concreta per il monitoraggio e l’attuazione delle questioni relative ai diritti umani sostenute nelle raccomandazioni a livello locale. In altre parole, come Maria ha ricordato, “abbiamo contribuito a creare un contesto politico più favorevole ad azioni da parte del governo per una migliore protezione dei diritti delle ragazze in Ecuador“.

Parlando delle nuove opportunità aperte da questo progetto, i risultati dello studio hanno indicato la salute mentale e il divario digitale tra i giovani come due questioni particolarmente critiche. Ciò è perfettamente in linea con le priorità chiave evidenziate nel Rapporto dell’OHCHR sulle implicazioni per i diritti umani della pandemia da COVID-19 sui giovani e nella più recente risoluzione 51/17 del Consiglio de Diritti Umani (CDU) sui giovani e i diritti umani, entrambe adottate nella sessione del CDU dell’ottobre 2022. In particolare, la risoluzione chiede all’OHCHR di condurre uno studio dettagliato sulle soluzioni per promuovere l’educazione digitale dei giovani e garantire la loro protezione dalle minacce online, da presentare al Consiglio prima della sua 57° sessione nel settembre 2024.

In conclusione, Maria ha auspicato una maggiore convergenza tra simili progetti in materia di diritti umani realizzati sul campo e l’advocacy internazionale.

“Lo studio ci indica già la strada da seguire e non vediamo l’ora di continuare a impegnarci su questo fronte insieme ai partner e alle altre parti interessate”.