Advisory Committee: il diritto alla pace e i valori tradizionali dell’umanità

Dal 21 al 24 Febbraio 2012, l’Advisory Committe del Consiglio dei Diritti Umani ha tenuto la sua ottava sessione a Palais des Nations, Ginevra. Gli esperti hanno affrontato, tra le altre cose, la questione del riconoscimento del diritto alla pace e dei valori tradizionali dell’umanità.

Con riferimento al diritto alla pace, una bozza di dichiarazione su questa tematica è stata esaminata. Nell’aprire i lavori, Mr. Heinz ha affermato che sia gli individui che i popoli devono poter godere del diritto alla pace.  Tuttavia la responsabilità di assicurare tale diritto  spetta agli Stati che individualmente, congiuntamente, o come membri di organizzazioni internazionali, si devono adoperare a tal fine. Inoltre, egli ha sottolineato come il diritto alla pace può assumere svariate forme, ovvero la protezione dai crimini di gerra, il rispetto del diritto internazionale, il disarmo, l’educazione e la formazione alla pace, la resistenza all’oppressione, il diritto allo sviluppo e a vivere in un ambiente sano, oltre che il riconoscimento dello status di rifugiato senza discriminazioni.
I membri del Comitato che non avevano preso parte alla stesura del documento hanno richiesto che alcuni punti siano rafforzati, come ad esempio un più forte riferimento alle donne, ai giovani e ai rifugiati, così come una più attiva partecipazione della società civile e delle Nazioni Unite in questo processo. Gli Stati intervenuti hanno riconosciuto l’importanza di tale diritto sebbene alcuni di loro, tra cui la Russia e Cuba, abbiano sostenuto che attribuire la responsabilità di implementarlo agli Stati sia inaccettabile. Nonostante i punti di vista differenti, una bozza finale da sottoporre al Consiglio dei Diritti Umani nella prossima sessione di Giugno 2012 è stata adottata all’unanimità.
Per quanto riguarda invece la promozione dei diritti umani attraverso una migliore comprensione dei valori tradizionali dell’umanità, il sig. Kartashkin ha presentato la dignità, la libertà e la responsabilità personale come i più importanti valori tradizionali dell’umanità: essi, infatti, permettono lo sviluppo dell’individuo e della società nel suo insieme. Tuttavia, se consideriamo che questi valori possono essere considerati tradizionali solo quando vengono accettati in senso lato da tutte le civiltà, è facile comprendere che non può esistere un loro elenco esaustivo e definitivo. Secondo il sig. Kartashkin, tutti i diritti umani si basano sui valori tradizionali e costituiscono quindi loro stessi dei valori.
Il Comitato ha riconosciuto l’esigenza di un approccio multidisciplinare per affrontare l’argomento con più efficacia. Alcuni esperti hanno poi contestato il rapporto presentato dal sig. Kartashkin, affermando che se i diritti umani si basano sui valori tradizionali, l’esistenza stessa di tali diritti potrebbe essere messa in dubbio a causa della difficoltà di identificare dei valori universali. In risposta a queste obiezioni, tuttavia, alcuni membri del Comitato hanno osservato che i diritti umani trovano un loro fondamento giuridico nei trattati internazionali, che  ne assicurano anche la concreta applicazione.