46° Sessione del Comitato contro la Tortura (CAT)

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Dal 9 Maggio al 3 Giugno 2011 si è tenuta a Palais Wilson (Ginevra) la 46° sessione del Comitato contro la Tortura (CAT). Sr MariaGrazia Caputo e le sue collaboratrici dell’Ufficio dei Diritti Umani di IIMA hanno assistito alla sessione e in particolare all’esame dei rapporti nazionali di Turkmenistan, Finlandia, Monaco e Irlanda.
Il CAT è composto di 10 esperti indipendenti ed ha il compito di monitorare l’attuazione della Convenzione contro la Tortura ed altri Trattamenti o Punizioni Crudeli, Disumani o Degradanti da parte degli Stati parte.
Dopo una breve presentazione da parte della delegazione nazionale del paese esaminato, gli esperti hanno posto numerose domande e chiesto chiarimenti riguardo vari casi di trattamenti crudeli e torture verificatisi nel paese. A titolo di osservazione generale circa il lavoro svolto dal Comitato, è stato interessante costatare come le domande degli esperti siano state sempre molto dirette e puntuali, con il chiaro obiettivo di trasporre gli obblighi giuridici attuati dalla Convenzione nella realtà concreta del paese. Nonostante la diversità dei paesi esaminati sia nella loro attitudine a rispettare la Convenzione, che nelle reazioni mostrate durante il dibattito, è risultato chiaramente che l’intenzione degli esperti non é stata quella di “giudicare” o “colpevolizzare” i paesi presi in esame, ma piuttosto di offrire un valido aiuto per migliorare l’attuazione della Convenzione a livello nazionale. Per esempio, è stato rilevato come la mancanza di casistica e dati statistici nei rapporti nazionali costituisca un grave ostacolo al lavoro del Comitato.
In merito alle principali problematiche affrontate per ogni paese: per quanto attiene al Turkmenistan, gli esperti hanno espresso particolari preoccupazioni per le informazioni ricevute dalle ONG circa la morte o la scomparsa di molti Difensori dei Diritti Umani, i quali risultano, tra l’altro, vittime di arresti, detenzioni arbitrarie e torture. Altre questioni sollevate durante il dibattito sono state: l’alto numero di abusi e stupri nei confronti delle donne, il problema delle prigioni sovraffollate, le punizioni corporali e gli abusi nei confronti di bambini tanto nelle scuole quanto negli ambienti familiari, il trattamento crudele riservato alle persone con problemi mentali o con bisogni particolari, le condizioni di vita disagiate dei richiedenti asilo e delle minoranze etniche.
Per quanto riguarda l’esame della Finlandia, la delegazione nazionale ha ricevuto i complimenti dagli esperti circa il lavoro portato avanti per l’eliminazione di ogni forma di violenza all’interno del paese. Tra l’altro, la Finlandia presenta il minor numero di casi di detenzione di minori in Europa. Alcuni esperti hanno chiesto ulteriori chiarimenti circa la definizione di tortura nel Codice Penale finlandese, la situazione dei richiedenti asilo e delle minoranze, così come circa il fenomeno della violenza domestica contro le donne. Per quanto riguarda Monaco, lo Stato è stato sollecitato a ratificare quanto prima il Protocollo Opzionale della Convenzione e a definire in modo chiaro la nozione di tortura nel sistema legislativo nazionale. Altre tematiche affrontate sono state quella degli abusi sui bambini, e delle condizioni di vita delle popolazioni Rom e dei richiedenti asilo.
Riguardo l’Irlanda, gli esperti del Comitato si sono pronunciati sulla definizione di tortura nella legislazione penale nazionale, sulla possibile ratifica del Protocollo Opzionale alla Convenzione, sulla mancanza di dati statistici circa la situazione dei diritti umani nel paese, e sulle condizioni delle persone con disabilità, soprattutto i detenuti con problemi fisici e/o psicologici.
In risposta alle questionai sollevate dagli esperti, le delegazioni nazionali hanno descritto le svariate misure legislative, amministrative ed esecutive adottate nei rispettivi paesi per dare piena attuazione alla Convenzione. A tal riguardo, un ruolo chiave è stato riconosciuto alle attività educative: numerosi progetti di formazione sono stati realizzati per il personale che lavora nelle scuole, nelle prigioni, e nei centri sanitari. Inoltre, tutti i paesi esaminati hanno confermato la necessità di accrescere gli sforzi per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, sottolineando come ciò costituisca una delle sfide maggiori attualmente. Le delegazioni nazionali hanno anche riaffermato la loro ferma volontà nel combattere e punire tutti gli atti di violenza, nonché il loro impegno nell’assicurare degli standard di vita adeguati a tutti i cittadini, attraverso la ratifica e l’attuazione di tutti i trattati delle Nazioni Unite sui diritti umani.
Infine, gli esperti hanno fortemente raccomandato gli Stati al fine di creare una più stretta collaborazione con il Comitato per assicurare la protezione di tutte le persone contro la tortura ed altri trattamenti crudeli, disumani o degradanti.