36esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani: Risoluzioni e Conclusioni

Venerdì 29 settembre si è conclusa la 36esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani presso il Palais des Nations a Ginevra. L’ultima seduta, svoltasi tra giovedì 28 e venerdì 29, è stata consacrata all’esame del item 1, ovvero le “questioni d’organizzazione e di procedura”.  In altre parole, durante gli ultimi due giorni, tutti i progetti di risoluzione elaborati nel corso delle tre settimane di sessione ordinaria del Consiglio sono stati sottoposti al voto degli Stati Membri. Inoltre, verso la fine della seduta, sono stati eletti i detentori dei mandati per le procedure speciali e i membri di altri comitati.

Durante le 12 ore di riunione, ripartite sui due giorni consecutivi, le delegazioni hanno affrontato un numero importante di argomenti, per un totale di 33 progetti di risoluzione, riguardanti gli  Item 2 Rapporto annuale dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Item 4 Situazioni dei Diritti Umani che richiedono l’attenzione del Consiglio, Item 5 Organismi per i Diritti Umani e meccanismi, Item 9 Implementazione della Dichiarazione di Durban contro la discriminazione razziale e Item 10 Assistenza tecnica e capacity-building.

Alcune risoluzioni portavano sulla situazione dei Diritti Umani in un paese in particolare e potevano raccomandare di fornire un’assistenza tecnica ai paesi interessati (come in Somalia, in Cambogia, in Sudan, in Yemen, in Repubblica Centrafricana o in Repubblica Democratica del Congo) oppure sollecitare l’implementazione o l’estensione di Procedure Speciali, con l’accordo dei dirigenti (per esempio le risoluzioni riguardanti Siria, Myanmar e Burundi). Queste procedure speciali si traducono il più delle volte nella creazione di Commissioni d’Inchiesta e di Missioni di Accertamento dei Fatti.

Altre risoluzioni avevano come oggetto il rafforzamento di alcuni diritti specifici, come il Diritto collettivo allo sviluppo, il Diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare di leva o il Diritto alla vita. Spesso però, l’assenza di consenso universale su queste tematiche comporta che le risoluzioni di riferimento, anche se adottate, non ricevano l’unanimità.

Gli Stati Membri hanno, inoltre, espresso il loro voto su una serie di risoluzioni portanti sui meccanismi interni e sulle procedure proprie al Consiglio. Per esempio, un acceso dibattito ha accompagnato l’adozione del progetto di risoluzione A/HRC/36/L.26 sulla “Cooperazione con le Nazioni Unite, i suoi Rappresentanti e i suoi Meccanismi in merito ai Diritti Umani”. Gli autori della risoluzione chiedevano al Presidente del Consiglio di rispondere con fermezza alle minacce e alle intimidazioni esercitate sui Difensori locali dei Diritti Umani.

Nonostante sembri che le alleanze e le inimicizie tra gli Stati Membri giochino un ruolo fondamentale nel determinare le intenzioni di voto, i dibattiti si sono svolti in un clima relativamente calmo e costruttivo. La seduta ha portato all’adozione di tutti i 33 progetti di risoluzione, di cui 20 sono stati adottati all’unanimità.