SE IL FUTURO E’ GIOVANE. Il nostro Side-Event su Youth Empowerment.

Martedi 11 marzo, la sala XXVII di Palais des
Nations si è trasformata in un laboratorio di idee e speranze. “Youth
Empowerment attraverso i Diritti Umani”, questo il titolo del Side-Event che
IIMA e VIDES, insieme alla Missione Permanente dell’Uruguay, hanno organizzato
durante la 25° sessione del Consiglio dei Diritti Umani, lasciando la parola ai
giovani, protagonisti di sviluppo e integrazione.
Appoggiato dall’OHCHR e da 25 Missioni Permanenti,
che hanno dato la loro co-sponsorizzazione, il Side-Event  è stato l’ultimo step di un cammino che ha
visto l’alternarsi di svariate tappe: l’osservazione della realtà che ha
portato a una riflessione sulle possibilità di azione; il Side-Event di giugno 2011, “Giovani volontari e
Diritti Umani”, concentratosi sulle attività di volontariato realizzate dai
giovani nei rispettivi paesi e sui contributi dei governi; quello di giugno
2013, dal titolo “Youth Empowerment, quali strategie?”; la risoluzione dell’ILO
sui giovani, adottata nel corso della 101° Conferenza Internazionale del
Lavoro, nel giugno 2012; l’incontro degli esperti sui diritti dei giovani,
organizzato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani nel
luglio 2013; il progetto pilota di IIMA e VIDES Internazionale in America
Latina, per raccogliere le voci sul campo; gli incontri con le varie Missioni
Permanenti per sensibilizzare al tema dei giovani e promuovere il Side-Event,
chiedendo di sponsorizzarlo.

Preparato con cura e dedizione durante il tempo, il
Side-Event è stato preceduto da un corso di formazione per i giovani pannellisti,
organizzato presso l’Ufficio di IIMA a Ginevra. In

Il Side-Event ha visto la partecipazione, nel
panel, di quattro giovani provenienti da zone diverse del mondo, che hanno
raccontato la loro esperienza sul campo, dando testimonianza del loro impegno
nella realtà in cui vivono. Thiago, brasiliano di Belo Horizonte,
fisioterapista e studente di medicina a Buenos Aires, dove, in qualità di
volontario VIDES, ha iniziato un progetto volto a sensibilizzare gli studenti
di medicina al volontariato. Laura, una giovane statunitense che ha svolto un
periodo di servizio prima in Rwanda, poi in Unganda, lavorando a contatto con bambini
orfani e in situazioni disagiate. Jhonny, un giovane contadino e studente,
appartenente alla comunità indigena BriBri di Talamanca, in Costa Rica, dove s’impegna
per difendere i principi e i valori della sua cultura. Simon-Pierre, giovane
francese che ha lavorato con i ragazzi di strada in El Salvador, facendo
esperienza insieme a loro.
La prima a prendere la parola è stata Laura Dupuy, ambasciatrice dell’Uruguay e moderatrice dell’evento, che
ha posto l’accento sull’importanza del ruolo dei giovani come promotori di un
miglioramento della società, “agenti di un cambiamento positivo”. Dopo
l’intervento dei giovani pannellisti, è stata la volta dei due esperti chiamati
a tracciare le basi per la discussione, voci autorevoli sul tema: Jorge Cardona, cattedratico di Diritto
Internazionale, membro del Comitato sulla Convenzione sui diritti dell’Infanzia
e della Convenzione Ibero-Americana sui diritti dei giovani, che ha fatto il
punto della situazione, affermando che i giovani hanno gli stessi diritti di chiunque
altro e che non si tratta di diritti specifici, facendo notare che non si sia
fatto ancora abbastanza per la fascia d’età 18-24. “Esistono elementi specifici
che rappresentano ostacoli comuni a tutti i giovani, spesso impedendo loro
uguali condizioni, l’accesso al lavoro o alla giustizia. Resta da capire come
la Comunità Internazionale possa intervenire per eliminare queste barriere che
separano i giovani dalla piena realizzazione dei propri diritti e per aiutarli
a compromettersi in un impegno sociale”.
Anche Imma
Guerras-Delgado
, esperta
dell’OHCHR sui diritti dei bambini e dei giovani, si è soffermata sull’enorme
potenziale giovane delle nostre società, tra talento e sfide da affrontare:
“Recentemente abbiamo assistito a proteste pacifiche internazionali guidate dai
giovani che hanno portato a significativi cambiamenti in varie occasioni.
Purtroppo, però, i diritti di questi giovani sono stati spesso ignorati e non è
stato concesso loro di prendere parte alla fase di decision-making successiva alla transizione”. 
È iniziato così il dibattito con le persone
presenti nella sala. Molte delle Missioni Permanenti presenti hanno preso la
parola, esprimendo apprezzamento per lo scopo e le modalità dell’evento e
riportando l’azione dei propri governi in favore dei giovani.
Significativo l’intervento del delegato dell’Austria, che dall’inizio aveva
pienamente appoggiato il lavoro di IIMA e VIDES sul tema “youth empowerment”: “gli
Stati devono creare spazi sociali e strutture legali per assicurare ai giovani
la possibilità di partecipare”, ha affermato, ricordando che il governo
austriaco collabora con l’UE nell’ambito dei progetti dedicati alla gioventù.
L’Italia
ha sottolineato come la crisi economica abbia colpito soprattutto le fasce più
giovani della popolazione, che invece dovrebbero essere considerate valida
risorsa del paese. Mentre il Guatemala
ha posto l’accento sugli sforzi compiuti dal governo per promuovere la
questione dei giovani nella regione, la delegata delle Maldive ha ribadito la necessità di un empowerment efficace della popolazione giovane.
Con una popolazione in larga scala giovane, il Burkina Faso ha un alto tasso di
analfabetismo: “come possiamo far capire ai giovani senza un’educazione alle
spalle, che hanno un posto nella società e che è un loro diritto svolgere un
ruolo attivo nelle scelte per il paese? Abbiamo in corso programmi per creare
posti di lavoro, ma si tratta davvero di un accesso basato sui diritti?”, ha chiesto
la delegata del Paese, augurandosi che si arrivi insieme a uno strumento
internazionale che moltiplichi le possibilità per i giovani.
Se la Tunisia ha affermato di non guardare ai giovani come gruppo vulnerabile
ma come potenziale da iniziare alla partecipazione e all’impegno sociale, dando
loro autonomia e supportandoli nella presa di coscienza dei propri diritti, il Marocco ha annunciato che dopo gli
eventi della Primavera Araba, è iniziata a Casablanca un’iniziativa per creare
un consiglio consultivo per la gioventù.
E mentre l’ambasciatore
del Paraguay ha ringraziato i
pannellisti per avergli fatto tornare in mente gli anni della sua giovinezza, la
giovane delegata della Palestina non
ha nascosto il suo entusiasmo: “E’ davvero un piacere vedere una così alta
affluenza e aver ascoltato discorsi che ispirano, siamo orgogliosi di essere
tra gli sponsor di questa vostra iniziativa. I giovani sono i principali
catalizzatori del cambiamento nella società, ma spesso vedono disattese le loro
aspettative e negati i loro diritti. Dobbiamo mirare in alto, puntando
sull’accesso all’informazione e sull’educazione”.
In conclusione, poi, l’ambasciatore del Costa Rica ha espresso l’appoggio del
suo governo a una maggiore attenzione ai giovani: “Non c’è dubbio che si tratti
di una sfida quando parliamo di giovani. Il primo passo per arrivare a un empowerment dei giovani è la piena
implementazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia. È necessario
creare una fonte di speranza per la gioventù di oggi”.
Si è
trattato di un dialogo costruttivo, fatto di condivisione di esperienze e di
nuovi orizzonti. C’è stata la parte politica, ma si è sentito molto l’aspetto
umano, segno che la speranza è riposta in uomini e donne che lavorano e
s’impegnano per un futuro giovane più equo e più giusto. “Mai visti tanti stati
partecipare così attivamente ad un Side-Event”. Le voci raccolte sono
entusiaste e l’evento ha avuto come risultato un’eco positiva: parlare di
giovani tramite i giovani, a un pubblico importante, fatto di Stati e società
civile. Era lì chi può prendere le decisioni, chi può spingere i governi a
prendere misure concrete ed efficaci. Ed ecco che la formalità della politica
si è mescolata alla vita, in una perfetta armonia che sa di futuro.
Traguardo,
ma ancora punto di partenza per la nuova strada da affrontare. Adesso
il cammino è faticoso, ma si è forti di un passo in più, di una nuova
prospettiva offerta, di nuove consapevolezze raggiunte.  Ora è il momento di agire, affinché quanto
fatto e detto non resti sulla carta, ma si trasformi in futuro per la
generazione giovane che cresce, lotta e spera. È bello che già in Consiglio dei
Diritti Umani alcune delegazioni abbiano mosso il tema dei giovani, negli
ultimi giorni, segno che un seme è stato piantato.
Si
pensa alle prospettive possibili, una dichiarazione interregionale, un panel
sull’argomento, una risoluzione a livello del Consiglio. Si mira a creare
strumenti in grado di fornire ai giovani nuove possibilità di partecipazione
attiva alla vita della società in cui vivono.
I
giovani ci sono e vogliono far sentire forte la loro voce, vogliono farsi mani
pronte a creare Futuro.
Vogliono
lasciare un segno. Giovane come loro.
Del
resto, il nostro flyer è stato riconosciuto come “il più giovane e fresco” tra
tutti quelli presentati al Consiglio.
“ Se non hai voce, GRIDA.
Se non hai gambe, CORRI.
Se non hai più speranza, INVENTA.”