Da parola nasce idea. Da idea nasce cosa.

Quando
si pensa a un ambasciatore, si creano nella mente immagini di solennità:
formalità in giacca e cravatta, modi impomatati da protocollo e quella rigorosa
distanza che si confà a un’alta carica politica.  Ebbene, il mondo dorato delle ambasciate non
è solo consuetudini e procedure. Può anche essere luogo di calore umano e di
scambio onesto e pulito. Mentre
al Centro Internazionale delle Conferenze di Ginevra, cuore internazionale
della diplomazia, è in corso un nuovo, cruciale, round di negoziati con la
Repubblica Islamica sullo stop al suo programma di arricchimento dell’uranio –
e barricate, guardie armate e innumerevoli giornalisti di innumerevoli stazioni
TV con tutti i loro congegni tecnologici, per strada, creano lo scena – Suor
MariaGrazia e Suor Leonor, insieme a Maria D’Onofrio, Advocacy Officer
dell’Ufficio, seguono un severo programma di visita alle ambasciate. Non ci si
siede a un tavolo di trattative; non sono negoziati, ma scambio credibile e
condivisione autentica. 

Sono
toste, loro. E insieme funzionano alla grande, come il meccanismo perfetto di
un orologio svizzero. L’ingranaggio, però, ha energia messicana e trazione
italiana. Telaio salesiano, colorato di ogni angolo di mondo visitato, che
profuma di esperienza. Sono andate a parlare di giovani, per i giovani, alle
Missioni permanenti di Italia, Austria, Albania, Irlanda, Argentina, Honduras,
Stati Uniti, Uruguay, Venezuela e Palestina. 

Pochi
giri di parole, discorsi chiari, dritti al punto: non chiediamo altre
convenzioni; vogliamo agire, dentro il quadro giuridico esistente, per
l’empowerment dei giovani sulla base dei diritti umani. L’obiettivo è di
richiamare l’attenzione dei governi sul tema della gioventù e sollevarne
l’interesse, affinché ci si dedichi a ridefinire il ruolo dei giovani,
lavorando sul diritto di partecipazione e sul significato di cittadinanza
attiva.  Per arrivare a una risoluzione,
cosicché il Consiglio dei Diritti Umani affermi, a voce alta, che i giovani
sono parte integrante della soluzione. Questa è la giusta via per fare attività
di lobbying. Anche i governi hanno coscienze, è bene svegliarle! Lanciare la prima
pietra, solleticare l’interesse, mettere la pulce nell’orecchio: è carburante
buono gettato sul fuoco dell’impegno, per alimentarlo.
Quella
dei giovani è una fascia “debole”, ancora poco considerata e troppo spesso
strumentalizzata, perché non ne viene difeso e impiegato il potenziale,
soprattutto nelle società più povere e in quelle aree che presentano una
particolare complessità sociale. Risorse locali di un futuro più giusto.
Una
generazione liquida con un’identità plurima, che nutre una sfiducia verso la
politica, che vive nell’incertezza economica e che fa i conti con la
gerontocrazia. Ecco che in questo quadro s’inserisce la lotta salesiana, la
sfida urgente lanciata per un cambiamento influenzato dai giovani, forza
motrice di un’umanità in transizione.
È un
impegno difficile, quello di coinvolgere le Missioni Permanenti a Ginevra. Ci
sono tanti interessi dietro, relazioni tra Paesi, ci sono leggi nazionali e
impegni internazionali, ci sono giganti e ci sono Golia. L’obiettivo di IIMA e
VIDES è di provare a mettere tutti d’accordo su un tema così importante come
quello dei giovani, per sensibilizzare i governi a investire sul futuro. Si fa
una proposta di empowerment dei giovani, radicata nella garanzia dei diritti
umani, e si offre anche una modalità per farlo.
Mi è
stata data la possibilità di partecipare all’incontro con la Missione
Permanente del Venezuela. Le parole vanno dosate, scelte con cura. Io assisto.
Ci accolgono con un calore che sa di latino. Sa di mare, sole e gente allegra.
Non sono mai stata a Caracas, ma è così che la immagino. Lo staff
dell’ambasciatore è cordiale e sorridente, lui ci accoglie e ci riceve nel suo
ufficio. “Prima che continuiate, vorrei dire che sono salesiano anch’io!”, in
quel suo castigliano che suona di venezolanismos ed s aspirate. Così come anche
la sua prima consigliera, giovanissima, ex allieva delle Suore Salesiane. Che
dire? È disarmante pensare a quanta potenzialità ci sia nelle scuole salesiane
nel mondo.
Suor
Leonor e Suor MariaGrazia iniziano a parlare della causa che promuovono. E
introducono il side-event che IIMA e VIDES hanno in programma per Marzo,
durante la 25° sessione del Consiglio dei Diritti Umani. “Youth Empowerment”
sarà il tema; i giovani, diretti interessati, saranno i protagonisti.  
Sarà
presentato dalla Missione Permanente dell’Uruguay, mentre tutte le Missioni
visitate in questi giorni sono invitate a sponsorizzare l’evento. Saranno
condivise le best practices, per un’integrazione visibile e un inserimento
sociale costruttivo: i giovani parleranno del loro impegno in prima persona,
del loro coinvolgimento nella società che ha condotto a un cambiamento.
L’ambasciatore
sorride estasiato. Anche lui crede che serva una progettualità, una strategia
per consolidare nei giovani il sentimento di appartenenza alla società di
quest’epoca globale che tende a fagocitare ogni spirito d’iniziativa, ogni
vento nuovo di cambiamento. Felice di appoggiare la proposta, che definisce
“una piccola fiamma che a poco a poco si espande e arde con forza”.
E
così adesso, dopo Venezuela e Palestina (l’ultima ambasciata visitata), oltre a
un giovane indigeno del Costa Rica, un giovane brasiliano di Belo Horizonte,
una ragazza americana che ha vissuto l’Africa e un giovane francese che ha
fatto esperienza coi ragazzi di strada in El Salvador, anche una giovane
venezuelana e un giovane palestinese, in rappresentanza dei paesi arabi,
potrebbero partecipare al panel. Nessuna implicazione politica, nessun legame
religioso. Solo giovani per i giovani, in uno scambio di esperienze con gli
occhi di chi le vive.
La
mia Ginevra, babele di lingue e cuore internazionale del mondo, mi insegna ogni
giorno qualcosa. Oggi ho imparato la forza delle parole, del dialogo, che può
portare all’azione, da cui possono sbocciare germogli di futuro.
Sono
state giornate intense, impregnate di passione, dense di bei risultati e grandi
soddisfazioni. Non si può ancora esultare. Restano ancora tante ambasciate da
sensibilizzare e poi sarà l’ora delle verifiche, per capire chi avrà mantenuto
la parola, chi si sarà impegnato davvero. In ogni caso, la prima vittoria
l’abbiamo portata a casa: abbiamo posato delicatamente un seme di quegli uomini
e di quelle donne incontrate in questi giorni.
E un
giorno, quando ancora altri traguardi saranno raggiunti, qualcuno si chiederà:
“chi ha lottato affinché io potessi avere questa voce?”.
Divertiamoci
con un acronimo:
G.I.O.V.A.N.I. : Giocare Impegnandosi, Offrendo Volenterosamente Ancora Nuovi Inizi.
I
giovani come risorsa di un’identità collettiva che si arricchisce e assume
nuovi contorni e diverse sfumature. 
Forza di fantasia, dentro quell’immancabile e genuino desiderio di
sapere cosa succederà ancora.
P.E.N.S.A. : PEssere Necessario Saper Attendere.
E
noi sapremo aspettare. Perché il Futuro si costruisce lavorando sodo, con
pazienza e dedizione.
Suor MariaGrazia Caputo e Suor Leonor Salazar insieme all’ambasciatrice dell’Uruguay, Laura Dupuy Lasserre.