10° Anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni: Cosa resta da fare

Il 20 settembre 2017 si è svolto il Panel del Consiglio dei Diritti Umani sui diritti dei popoli indigeni. Il 10° anniversario dell’adozione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni costituiva lo sfondo di quest’evento, presieduto dall’Alto Commissario Aggiunto per i Diritti Umani Kate Gilmore, la quale ha ricordato come molti anni fa il capo degli Irochesi, una storica tribù nativa dell’America del Nord, venne a ciò che era all’epoca la Società delle Nazioni e percepì un’atmosfera di indifferenza. Ciò fa sorgere la domanda: in che maniera una persona indigena percepisce il proprio passato? E come vede la promessa del futuro? Il Panel si è soffermato sulla “distruzione delle culture” principalmente causata dall’assimilazione forzata, per poi approfondire altre problematiche come il significato dell’essere indigeno e sulla definizione del termine stesso “indigeno”.

Ci sono molte sfide che gli indigeni devono fronteggiare: la ricerca di un’ identità da parte della gioventù, la migrazione economica, le discriminazioni e le problematiche legate all’educazione. Infatti, l’educazione impartita deve essere più sensibile alla cultura del destinatario, mettendo l’enfasi sulla storia del popolo al fine di preservare le specificità culturali. Ci vorrà del tempo per trovare delle soluzioni capaci di affrontare pienamente le conseguenze di 100 anni di discriminazione strutturale. Albert Barume, il Rapporteur del Meccanismo di Esperti sui Diritti dei Popoli Indigeni, ha dichiarato con fermezza che la semplice esistenza di una legislazione in materia non basta a migliorare le condizioni di vita. E’ invece la continua implementazione del quadro legale, che porterà infine a cambiare le attitudini in seno alla società, permettendo alla gioventù indigena di liberarsi dal peso di un passato di discriminazioni e di costruire il futuro del proprio popolo.